Il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, capolavoro assoluto in cui l’arte trova impareggiabile equilibrio tra forma e tensione morale, è la base sulla quale si fonda questo progetto fotografico. Il libro Napoli velata, con i suoi scatti costituisce un’opera di grande pregevoiezza estetica, ma al contempo una forma di denuncia civile intima e silenziosa, che spiazza e induce a riflettere. Nelle immagini raccolte, Pipolo copre con il suo velo i visi e gli oggetti più indifesi. Lascia che la bellezza profanata dei monumenti, delle opere d’arte, degli uomini della sua Napoli. affiorino appena, per farcene sentire istantaneamente la struggente assenza. Attraverso il velo passa il concetto salvifico di un’azione profonda sulle coscienze e della vita in generale. Nella sua voglia di rappresentare la città c’è, per questo, anche il tentativo di salvarla dal degrado umano, morale e ambientale in cui versa. Così il velo bianco, l’oggetto puro che simbolicamente rappresenta il matrimonio, diventa elemento di protezione degli essere umani e delle cose.
Oreste Pipolo ha intuito che il velo poteva modellarsi sui monumenti o sui visi con una fluiditò e una forza
impareggiabili. Le forme vive o inanimate, avvolte da una materia eterea e lieve, si conservano ma non perdono le
loro sembianze. Il velo è carezza, sudario e protezione.